Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/369

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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA


«Per la qual cosa fo istanza che il suddetto gentiluomo, quale brigante, sacrilego, furfante, già convinto di ladroneccio e di rapina, sia messo in catene e menato in una prigione o in un reclusorio governativo, e quivi, a discrezione, privato dei gradi e dei titoli nobiliari, conciato ben bene alla maniera dei barbari e al bisogno mandato ai lavori forzati in Siberia, e obbligato a pagare le spese e i danni; e si dia corso a questa mia querela.

«A questa supplica appose la firma il gentiluomo del circondario di Mirgorod, Ivan figlio di Niceforo Dovgoc’ chun.»


Appena il segretario ebbe finita la lettura, Ivan Nikiforovic prese il cappello, e fece un inchino con l’intenzione di andarsene.

— Dove andate, Ivan Nikiforovic? — gli disse andandogli dietro il giudice. — Sedete un momento! bevete una tazza di tè! Orisc’ko! che te ne stai costí, stupida ragazza, e fai l’occhietto agli uscieri? Via, porta del tè!

Ma Ivan Nikiforovic, dal terrore di essere andato cosí lontano da casa e aver passato una cosí pericolosa quarantena, s’era già affrettato a volare alla porta dicendo:

— Non v’incomodate, io con piacere... — e


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