Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/373

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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

anni addietro, fino ad ora non riescono a trovarlo le guardie, quantunque il prefetto nel ricevere i rapporti quotidiani dagl’ispettori dei quartieri, non manchi mai di domandare se si è ritrovato il bottone. Quegli otto bottoni erano seminati sulla divisa del prefetto a quel modo stesso che le vecchie contadine seminano le fave, una a destra e una a sinistra. La sua gamba sinistra ebbe una fucilata nell’ultima campagna, ed egli, perciò, zoppicando un poco, la mandava di fianco, tanto in là da distruggere con ciò quasi tutta la fatica della gamba destra. Quanto piú velocemente il prefetto metteva in azione la sua fanteria, tanto meno essa procedeva in avanti, e perciò, intanto che il prefetto s’accostava alla tettoia, Ivan Ivanovic ebbe tutto il tempo di perdersi in congetture sul motivo per cui il prefetto dimenava cosí in fretta le braccia. Tanto piú la cosa gli parve interessante, in quanto pareva si trattasse di una faccenda piuttosto grave, perché il prefetto aveva perfino una spada nuova.

— Salute a voi, Pietro Fedorovic! — gridò Ivan Ivanovic, il quale, come s’è detto, era molto curioso, e non poteva in alcun modo frenare la sua impazienza al vedere come il prefetto prendeva d’assalto la scala, ma non levava ancora in su lo sguardo e brontolava contro la sua


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