Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/377

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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

che vadano a zonzo animali impuri. Convenite voi stesso che questa è cosa proibita.

— Dio sa che cosa volete dire. Gran cosa importante che una scrofa uscí sulla strada!

— Permettete di farvi presente, permettete, permettete, Ivan Ivanovic, questo è assolutamente impossibile. Che farci? Il governo lo vuole, noi dobbiamo obbedire. Non voglio contendere: qualche volta correranno sulla via e magari sulla piazza, dei polli delle oche; notate bene, polli e oche; ma scrofe e becchi io già dall’anno passato diedi l’ordinanza di non lasciarli entrare nella pubblica piazza; e quell’ordinanza io disposi che fosse letta ad alta voce nell’assemblea alla presenza di tutto il popolo.

— No, Pietro Fedorovic, io qui non ci vedo niente, salvo questo, che voi in tutti i modi cercate di offendermi.

— Oh, no; codesto non lo potete dire, caro amico e benefattore, che io abbia cercato di offendervi. Ricordate voi stesso: io non vi dissi neppure una parola l’anno scorso, quando voi costruiste il tetto un’arscina piú alto della misura stabilita. Al contrario, feci vista di non essermene accorto affatto. Credete, caro amico, che anche adesso io addirittura, come dire?... ma il mio dovere, in una parola, l’obbligo mio esige che io sorvegli la decenza. Giu-


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