Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/387

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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

rizzato per effetto delle macchie d’inchiostro.

In questo frattempo capitò un fatto di straordinaria importanza per tutta Mirgorod. Il prefetto diede un ricevimento! Dove prenderò io i pennelli e i colori per rendere la variopinta adunanza e il grandioso banchetto? Prendete un orologio, apritelo, e state a guardare quello che lí dentro avviene! Non è vero che è una complicazione da far paura? Figuratevi adesso che quasi altrettante ruote, se non piú, erano in mezzo al cortile del prefetto. Che sorta di calessi e carrozzini non c’erano? Uno, largo di dietro e stretto davanti; un altro, stretto di dietro e largo davanti. Uno era calesse e carrozzino insieme; un altro né calesse né carrozzino; un altro somigliava a un enorme monte di fieno, o ad una grossa merciaia; un altro a un giudeo scarmigliato, o ad uno scheletro non ancora liberatosi interamente dalla pelle; un altro era, di profilo, una perfetta pipa con la sua canna; un altro non rassomigliava a niente, rappresentando non so qual essere strano, del tutto informe e straordinariamente fantastico. Di mezzo a quel caos di ruote e sedili sorgeva un quid simile di vettura con un finestrino da camera ribattezzato a grosso sportello da vettura. I cocchieri, in camice grigio, o in cappotto con pellegrina, con cappelli di pelle di montone e


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