Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/401

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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

particolare a questa utile e nutriente occupazione. Cavando fuori le piú minute lische, le attaccava sul piatto, e cosí, senza pensarci, guardò il suo commensale di faccia: Creatore del cielo! Che cosa strana! Di contro a lui sedeva Ivan Nikiforovic!

In quello stesso momento guardò anche Ivan Nikiforovic!... No!... non posso!... Datemi un’altra penna! La mia penna è stanca, è morta, ha i tratti troppo sottili per un quadro simile! I loro volti, dallo stupore che vi si rifletteva, si fecero come pietrificati. Ognuno di essi vedeva un viso già noto da gran tempo, a cui pareva involontariamente pronto ad avvicinarsi, come ad un amico giunto all’improvviso, e a presentare il suo cornetto col motto «favorite!» o «ardisco chiedere il favore»; ma insieme quello stesso viso era pauroso, come un infausto presagio! Il sudore grondava a rivi tanto a Ivan Ivanovic quanto a Ivan Nikiforovic.

I presenti, quanti erano a tavola, erano ammutoliti per l’attenzione, e non allontanavano lo sguardo da quelli che un tempo furono amici tra loro. Le signore, che fino allora erano state occupate in una disputa interessante sul tema «in che modo si fanno i capponi», improvvisamente interruppero il discorso. Silenzio gene-


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