Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/406

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GOGOL

che non lasciava passare un mendicante senza rivolgergli la parola, corse via con una rabbia spaventosa. Tali violente burrasche producono le passioni!

Per un mese intero non si sentí parlare di Ivan Ivanovic. Si era rinchiuso in casa. Un prezioso scrigno fu aperto, e dallo scrigno furon cavati... che mai? tanti rubli d’argento sonante! I vecchi, aviti rubli! e quei rubli passarono nelle sudice mani di procuratori scribacchini. La cosa fu portata alla Corte di giustizia. E quando Ivan Ivanovic ricevette la lieta novella che all’indomani si sarebbe trattata la causa, allora soltanto gettò un’occhiata fuori, e si decise ad uscire di casa. Ahimè! da allora la Corte ogni giorno annunziava che all’indomani si sarebbe trattata la causa, e ciò per dieci anni in fila.

Circa cinque anni fa passai per la città di Mirgorod. Ci arrivai nella cattiva stagione. Allora era cominciato l’autunno col suo tempo uggioso e umido, col fango e con la nebbia. Non so quale non naturale verdura (prodotto delle moleste piogge ininterrotte), copriva come una rete sottile i campi e i prati, ai quali si addiceva come le ragazzate a un vecchio o ad una vecchia le rose. Su di me allora il tempo esercitava un forte influsso; mi annoiavo quando il tem-


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