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sono le prime prove del suo talento. Bravo, soggiunse l’Imer, bravissimo; se vorrà impiegarsi per noi.... A quest’annunzio mi si accostano due giovani donne, si consolano meco degl’intermezzi, che conoscevano e che avean recitati, e si raccomandano, perchè io ne faccia degli altri. Questa non era la mia vocazione, ma tutto promisi, e mi resi in un subito oggetto della loro curiosità e delle loro speranze. Essi pure lo erano delle mie. Finì la Commedia, si resero i Comici alle loro case. Il Casali restò con me; mi accompagnò al mio Albergo e mi narrò per la strada com’era passato dalla picciola Compagnia dell’Anonimo, alla grande, alla famosa, alla decorosa Compagnia di San Samuele. Giunti all’Osteria, dove io dimorava, avrebbe voluto leggere il Bellisario; ei ne moriva di voglia, ed io moriva di sonno. Rimisi ciò all’indomani, promisi di andar da lui, e ci andiedi.
Dimorava egli nella stessa casa dell’Imer, onde portatomi colà la mattina seguente, fui accolto con estrema pulizia e compitezza. Eransi colà vari Comici ragunati, non so se per affari del loro mestiere, o per curiosità di vedermi. Propostasi dal Casali la lettura del mio Bellisario, si mostrarono tutti desiderosi d’intenderlo, ed io lo lessi, ed essi lo ascoltarono con silenzio, e di quando in quando con segni di compiacimento e di ammirazione. Finita la lettura, proruppero concordemente in esclamazioni di giubilo. L’Imer con gravità mi strinse la mano, assicurandomi della sua approvazione, ed il Casali intenerito non poteva parlare.
Mi domandarono alcuni, se sarebbero stati assai fortunati per recitare eglino i primi la mia Tragedia. Il Casali rispose con un poco di vanità: Il Signor Goldoni l’ha scritta per me. Accordai ch’era vero, ed ei la prese e la portò seco, e si ritirò nella sua camera per copiaria. Partiti gli altri, restai solo coll’Imer. Questi era un uomo colto e polito, il quale non contento della sua sorte in Genova, dov’era nato, si diede all’Arte del Comico, nella quale potea far spiccare il suo talento e soddisfare il suo genio, portato ad una vita più comoda e più brillante. Riuscì passabilmente nella parte degli Amorosi, ma come era grasso e picciolo, e di collo corto, la sua figura non gli dava alcun vantaggio. Sarebbe stato
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