Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/164

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Non racconto per vanità questo nuovo acquisto, ma è necessario ch’io ne parli; poichè ciò mi ha servito di fondo per comporre il mio Don Giovanni Tenorio, ch’è la terza Commedia in questo Tomo compresa. Continuando l’amicizia con questa Donna, la quale bella non era, ma avea tutte le grazie possibili per incantare, l’Imer mi ha imbarazzato non poco.

Premevagli la sposina del Martinelli, e avrebbe voluto ch’io dato le avessi qualche istruzione; ma il vecchio Marito non mi vedea volentieri, ed io me n’esentai con politica. La povera giovine, che imparava la musica col violino, si sfiatò a segno che le venne la schiranzia: era gravida; i Medici non lo sapevano; non lo poteva credere il Martinelli medesimo; le cavarono sangue, abortì, e morì in poco tempo.

Eccoci alla prima recita dell’Autunno dell’anno 1735. Si aprì il Teatro coll’Accademia. Avvezzo il Popolo a veder sempre sortire la prima Donna a recitare quel Complimento, che sapevano tutti a memoria, riuscì una sorpresa piacevole il vedere tutta la Compagnia in semicircolo e sentir cose nuove, e in varj metri e con varie invenzioni sentir gli elogj della Città, del Governo e degli ordini varj della persone. L’ho detto e replicato più volte: non sono stato mai buon Poeta, e molto meno nel serio; ma i miei Componimenti hanno spesso avuto fortuna a causa dell’argomento e dell’occasione. Ebbe la mia Accademia perciò tutto l’applauso che poteva desiderare, e l’onore, ch’ella mi ha fatto, mi ha indotto a prenderla per soggetto del Frontispizio di questo Tomo, esprimendo nelle due figure al di sopra la Verità e la Gratitudine, che m’hanno indotto a farla.

Piacque mediocremente la Commedia in un Atto, e molto più l’Operetta per musica; e principiato bene quest anno, si seguitò ancora meglio. Il Bellisario continuò con egual fortuna, e la Griselda fu sì bene applaudita, che gli andò quasi del pari, e gl’Intermezzi nuovi ed i vecchi si sostennero sempre, e la Passalacqua piaceva. Godetti anch’io qualche tempo della di lei felice riuscita, veggendo prosperare quelle attenzioni, ch’io le usava nel comporre le parti e nell’istruirla del modo di rappresentarle; ma, sia per


naturale