Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/166

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Era gran tempo ch’io aveva voglia di riformare Il Convitato di Pietra, Commedia tratta dallo Spagnuolo, fortunatissima per tanti anni sopra la scena; ma piena zeppa d’improprietà e stolidezze. Mi ho soddisfatto in quest’anno, e mettendola in questo medesimo Tomo, vedrà il Lettore dall’opera e dalla prefazione l’idea che ho avuto nel farla, e la ragione dello stile con cui l’ho scritta. Aggiungerò qui solamente che questa Commedia ha servito alla mia vendetta; vendetta ingegnosa e bizzarra.

Scrissi per il Vitalba la parte di Don Giovanni, e per la Passalacqua quella di Elisa, e feci rappresentare a questi due Personaggi i loro veri caratteri. Mi posi io stesso in Commedia col nome di Carino (Carlo è il mio nome, e mi diceano graziosamente Carlino. Elisa era una comoda abbreviazione di Elisabetta). Elisa nella Commedia tratta Carino, come la Passalacqua avea trattato il Goldoni; gli dice le cose medesime, fa la medesima azione dello stiletto, e Don Giovanni Tenorio rappresenta perfettamente in quell’istoriella il Vitalba. Distribuite le parti della Commedia, non si accorse la Passalacqua della burletta; ma unita la Compagnia, per far leggere a ciascheduno la parte che dovea rappresentare, tutti compresero l’allegoria. I Commedianti ne risero, Vitalba sostenne con intrepidezza il suo personaggio; ma la Passalacqua arrossì; mi slanciava delle occhiate di fuoco, e terminata la lettura andò a lamentarsene da Sua Eccellenza Grimani, ed a protestare che non volea recitare in quella Commedia.

Il buon Cavaliere, desideroso di compiacer tutto il mondo, volea soddisfarla, me ne parlò; ma io tenni forte; protestai di rinunziare al Teatro, se la Commedia non si faceva, come io l’aveva distribuita. L’Imer sostenne le mie ragioni e le ragioni del Teatro; fece l’elogio della Commedia, persuase il padrone. La Passalacqua fu obbligata, o a recitare la parte di Elisa, o a sortire dalla Compagnia. Pres’ella il miglior partito; la recitò francamente con dello spirito, con della bravura, riuscì meglio che in ogni altra Commedia; e il Pubblico senz’essere istrutto di questa burla e di tali beghe, trovò la commedia buona, l’aggradì, l’applaudì, ed io ebbi il piacere di veder riuscire il mio Don Giovanni, e l’altro di ve-


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