Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1907, I.djvu/632

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574 ATTO SECONDO

SCENA V.

Clarice e detti.

Clarice. Oimè! Fermate. (a Beatrice)

Beatrice. Bella Clarice, in grazia vostra dono a Silvio la vita, e voi, in ricompensa della mia pietà, ricordatevi del giuramento. (parte)

SCENA VI.

Silvio e Clarice.

Clarice. Siete salvo, o mio caro? 1

Silvio. Ah, perfida ingannatrice! Caro a Silvio? Caro ad un amante schernito, ad uno sposo tradito?

Clarice. No, Silvio, non merito i vostri rimproveri. V’amo, V’adoro, vi son fedele.

Silvio. Ah menzognera! Mi sei fedele, eh? Fedeltà chiami prometter fede ad un altro amante?

Clarice. Ciò non feci, ne farò mai. Morirò, prima d’abbandonarvi2.

Silvio. Sento che vi ha impegnato con un giuramento.

Clarice. Il giuramento non mi obbliga ad isposarlo3.

Silvio. Che cosa dunque giuraste?

Clarice. Caro Silvio, compatitemi, non posso dirlo.

Silvio. Per qual ragione?

Clarice. Perchè giurai di tacere.

Silvio. Segno dunque che siete colpevole.

Clarice. No, sono innocente.

Silvio. Gl’innocenti non tacciono.


  1. Nelle edd. Paper., Bettìn., Savioli c’è punto fermo.
  2. Segue nelle edd. Paper., Bettin., Savioli: «Silv. Vostro padre assicurò il mio delle vostre nozze con Federigo. Clar. Mio padre non poteva dirlo. Silv. Potea egli dire che Federigo era con voi, nella vostra camera? Clar. Non so negarlo. Silv. E vi par poco? E pretendete che io vi creda fedele, quand’altri è ammesso da voi ad una confidenza sì grande? Clar. Clarice sa custodir l’onor suo. Silv. Clarice non doveva lasciarsi avvicinare un amante, che la pretende in isposa. Clar. Mio padre lo lasciò meco. Silv. E voi non lo vedeste mal volentieri. Clar. Sarei fuggita con molto piacere. Silv. Sento che ecc.».
  3. Paper. ecc.: non mi obbligava di trattenermi.