Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, III.djvu/138

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Dottore. Tutto effetto della sua bontà.

Florindo. Vossignoria è felice nella sua prole.

Dottore. Ella mi confonde colle sue cortesi parole.

Ottavio. Gran figlia esemplare è la signora Rosaura!

Florindo. Gran buona ragazza è la signora Eleonora!

Ottavio. Io la miro con istupore.

Florindo. Io la osservo per meraviglia.

Dottore. Via, signori, basta così. Favoriscano lasciarmi nella mia libertà.

Ottavio. (Signora Rosaura, arricordatevi della lezione). (piano a Rosaura)

Rosaura. (Eh, non me la scordo).

Ottavio. (Sì, sì, quelle lezioni che trattano di matrimonio, s’imprimono facilmente nel core d’una fanciulla). (da sè e si parte)

Dottore. Vussignoria quando parte? (a Florindo)

Florindo. Subito. (Signora Eleonora, arricordatevi del capitolo). (piano ad Eleonora)

Eleonora. (Sì, l’ho a memoria).

Florindo. (Credo anch’io, non se lo scorderà, in questa sorta di cose le donne e gli uomini diventano in breve tempo maestri). (parte)

SCENA XXI.

Il Dottore, Rosaura ed Eleonora.

Rosaura. Lasciate, signor padre, ch’io vi baci la mano.

Dottore. Perchè causa mi volete baciar la mano?

Rosaura. Perchè devo licenziarmi e portarmi al mio camerino.

· · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·

Rosaura. Queste sono cose da dirsi alle bambine, alle serve, non alle donne di spirito e di condizione.

Dottore. Udite la bacchettoncina come sa ben rispondere. Ella è una donna di spirito? Me ne rallegro, ma io comando ed ella deve obbedire.