Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, IV.djvu/64

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58 ATTO SECONDO

Orazio. Venga avanti.

Lelio. Non sarebbe meglio riceverla dopo desinare?

Orazio. Sentiamo cosa vuole.

Vittoria. Ora la facciamo passare.

Orazio. Mandiamo un servitore.

Vittoria. Eh, io son la serva da burla, la farò anche davvero. (parte)

SCENA XIV.

Placida, Beatrice e detti.

Placida. Grand’aria! grand’aria!

Beatrice. Bellezze grandi! bellezze grandi!

Orazio. Che cosa c’è, signore mie?

Placida. Vien su dalla scala una forestiera che incanta.

Beatrice. Ha il servitore colla livrea, sarà qualche gran signora.

Orazio. Or ora la vedremo. Eccola.

SCENA XV.

Eleonora con un Servitore, e detti.

Eleonora. Serva a lor signori.

Orazio. Servitor ossequiosissimo, mia signora. (Le donne le fanno riverenza, e tutti gli uomini stanno col cappello in mano.)

Eleonora. Sono comici, lor signori?

Orazio. Sì signora, per servirla.

Eleonora. Chi è il capo della compagnia?

Orazio. Io, per obbedirla.

Eleonora. E questa è la prima donna? (verso Placida)

Placida. A’ suoi comandi. (con una riverenza)

Eleonora. Brava1; so che vi fate onore.

Placida. Grazie alla sua bontà.

  1. Bettin., Paper, ecc.: Brava ragazza.