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L'INCOGNITA 171


salirete nel carrozzino; andrete a Napoli, non vedrete più questa terra, e se non cambierete costume, più non vedrete la luce del sole. (parte)

SCENA IX.

Beatrice sola.

È svelata la mia parzialità per Florindo, nota è ad Ottavio, e domani principierò a disperare di più vederlo. Che mi suggerisce la mia passione? La via di mezzo è perduta. Siamo agli estremi, o perdere il cuore, o arrischiare il decoro. Ah, pur troppo ora m’avvedo che lusingava me stessa, allorchè mi credea che la parzialità per Florindo non fosse amore. Gelosia non si dà senza amore, e chi vuol far prova se ami o no il proprio cuore, esamini s’egli è geloso. Sì, partirò, mi scorderò di Florindo; ma non soffrirò mai la ria memoria della sua ingratitudine. Nel giorno ch’io lo traggo di carcere, pianger sugli occhi miei per una donna da me aborrita? Perfido! Ti odio quanto ti amai, e se dall’onor mio mi vien vietato l’amarti, non mi sarà impedito di farti tutto quel peggio che mai potrò.

SCENA X.

Arlecchino e detta.

Arlecchino. Siora padrona.

Beatrice. Ebbene, hai ritrovato Florindo?

Arlecchino. No l’ho trovà in nissun logo. Gh’ho da parlar.

Beatrice. Che vuoi tu dirmi?

Arlecchino. L’è tornada.

Beatrice. Chi?

Arlecchino. Rosaura.

Beatrice. Dov’è tornata?

Arlecchino. L’è qua in sala, che la domanda el patron.

Beatrice. Rosaura è qui? Come fuggì nuovamente da Lelio? Lelio dove si trova?