Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XI.djvu/221

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

213


rima ha incantato il mondo; ma quest’incanto forse non durerà lungamente.

Zamaria. Se adesso tutti scrive in verso. Mi credo che i metta in versi anca la lista della lavandera. El xe pur sta elo, el vostro poeta, che i ha, se pol dir, inventai, che i ha messi in credito. Ghe xeli fursi vegnui in odio, dopo che el li ha visti dai altri imitai?1 Gh’alo rabbia, perchè a farghene nol xe solo?

Florindo. Anzi si consola a veder seguitate le sue scoperte. Ma vorrebbe dar gusto a tutti, se potesse.

Zamaria. Col vol dar gusto, che el scriva in versi.

Florindo. Glielo diremo. Per noi li impariamo2 più facilmente.

Zamaria. Perchè sta sera far sta commedia in prosa? e, per quel che sento, poco bona da gnente? Se volevi far credito, bisognava dar fogo al pezzo, metter man a qualcossa de grando.

Florindo. Nelle contingenze in cui siamo, non è poco poter riparar così. Non potevano esporsi in cose maggiori i due personaggi novelli.

Zamaria. Mo dove xeli sti do personaggi? se porli veder?

Ottavio. Eccoli là, signore. Or ora li vedrà recitare.

Zamaria. No se poderave darghe una lumadina avanti che i andasse in scena? Son curioso de vederli e de sentirli a parlar.

Ottavio. Non vede, signore? Hanno già la maschera al viso. Siamo per principiare. Che vuol vedere? che vuol sentire da loro?

Zamaria. Qualcossa; almanco che possa dir ai mi amici, i ho visti, ho parla con lori.

Flaminia. Soddisfatelo il signor Gian Maria; fateli venire avanti.

Ottavio. Favorisca, signor Brighella. Venga qui da noi.

Brighella.

Brighella. Cossa me comanda el mio carissimo sior Ottavio?

Ottavio. Questo signore, dilettantissimo di commedia, affezionato assai al nostro teatro, desidera vedervi, conoscervi...

  1. Alludesi principalmente all’abate Chiari.
  2. Nel testo: gl’impariamo.