Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XI.djvu/78

Da Wikisource.
72 ATTO TERZO
Madama. (Nè anch’io).

Baronessa.   (Prima di noi era colà seduta).
Madama. (Ho piacer che non sia da loro conosciuta), (da sè)
Marchesa. Chi è quel che vi ha lasciato? (a Madama
Madama.   È un dottor.
Marchesa.   Un dottore?
Baronessa. L’avete licenziato?
Madama.   Lo mandai dal sartore.
Baronessa. Vi servite di lui per galoppino.
Madama.   Appunto.
Servirmi e riservirmi a lui par un pan unto.
Contessa. (Così fa mio marito). (da sè)
Marchesa.   Questa sera al festino
Lo condurrete?
Madama.   No.
Baronessa.   Perchè no, poverino?
Madama. Non son sì temeraria condur gente in un loco,
Ove, se andar io posso, ancor non sarà poco.
Il Conte mi ha invitata; ma l’ora ormai s’appressa,
E a me giunto l’invito non è dalla Contessa.
Da ciò par ch’ella poco gradisca ch’io ci sia;
Andar non mel permette la convenienza mia.
Può darsi che tornando a casa mio marito,
Mi porti della dama il grazioso invito.
Allor tutta contenta andrò per ringraziarla;
Ma certo non v’andrei, se avessi a incomodarla.
Balestra. (Sentite?) (alla Contessa)
Contessa.   (Sto a sentire).
Baronessa. Non venne il suo consorte
Ad invitarvi? (a Madama)
Madama.   Il Conte non venne alle mie porte.
Dopo che mi fu detto un certo non so che,
Da me non fu veduto.
Baronessa.   È vero?
Madama.   Così è.