Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/231

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zione qualifica la mia intrapresa; Voi conoscete il gusto fino della Commedia; l’avete appreso dai buoni Autori, e quelli precisamente dell’Inghilterra vi hanno della forza comica illuminato. Anch’io, quantunque ignaro di cotal lingua, coll’ajuto delle traduzioni migliori, ho studiato di profittare colle osservazioni più serie di tai valorosi Maestri, e tutta quella forza di politica e di morale che ho sparsa ne’ scritti miei, è opera dell’imitazione studiata sugli originali dell’Inghilterra. Il vostro celebre Shakespeare, venerabile non meno sui Teatri Britannici, che presso le nazioni estere ancora, ha unito perfettamente in se stesso la Tragica e la Comica facoltà. Egli è alla testa degl’innumerabili Autori Inglesi che hanno illustrate le Scene, e al giorno d’oggi lo preferiscono a tutti gli altri. In fatti nelle opere sue trovasi tale artificio nella condotta, tal verità nei caratteri, e tale robustezza nei sentimenti, che può servire di scuola a chiunque vuole intraprendere una sì faticosa carriera. Egli non ha osservato nelle opere sue quella scrupolosa unità di tempo e di luogo, che mette in angustia la fantasia de’ Poeti, seguendo in questo la libertà dei Spagnuoli, che malgrado anch’essi al precettore Aristotile, hanno empiuto per tanti secoli i loro Teatri di opere maravigliose, istruttive e piacevoli. Per me tengo per sicurissimo, che Aristotile colla sua poetica, e Orazio suo imitatore, ci abbiano recato assai più danno che utile. Prima di loro Euripide avea composto delle buone Tragedie, colla traccia soltanto della ragione e del costume de’ tempi suoi, e se non avessero gl’idolatrati maestri imposto il giogo servile alla posterità, sarebbesi l’ingegno dell’uomo da se diretto nella mutazione de’ secoli, a seconda del genio delle nazioni e dei costumi del Mondo. Gl’Inglesi e gli Spagnuoli, com’io diceva, sciolti si sono dall’ingiurioso legame, e seriamente pensando non essere la Rappresentazione Teatrale se non se un’imitazione ragionevole delle azioni umane, o Tragiche, o Comiche, a tenore delle persone, o dell’argomento che prendesi a maneggiar dall’Autore, si mantennero in libertà di dilatare l’azione al tempo necessario all’intiera consumazione de’ fatti storici, o favolosi, e si valsero della mutazion delle Scene alla condotta loro opportune. E ridi-