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tanto nell’Aureo Libro fra suoi Eccelsi Concittadini descritta. Alle parentele nobilissime, insigni, che hanno per tanti secoli aumentato lo splendore della di Lei grandiosa Prosapia, aggiunge ora il fregio della nobilissima di Lei Sposa, uscita dal cospicuo sangue Grimani, per tanti titoli e per tante dignità rispettabile, e il caro frutto ch’ell’ebbe de’ suoi Sponsali, assicura a Lei l’importantissima successione, e a questa gloriosa Patria il possedimento di una sì rinomata Famiglia.

Ai pregi antichissimi dell’eccelso di Lei Casato, pieno di memorie illustri di grandiose cariche sostenute, di dignità Ecclesiastiche e secolari occupate, di titoli moltiplicati, di feudi posseduti, di splendidezza in ogni età praticata, aumentano il merito mirabilmente le doti personali di V. E., Cavaliere magnanimo, dotto, esemplare e gentile. Ella ama le scienze, e possede e coltiva le belle arti, e sopra tutto le stanno a cuore la Religione, la pietà e il buon costume. Non si lagni di me l’E. V., s’io per dir la verità dispiaccio alla sua modestia. Il vero non si può nascondere. Ella vive ed opera in modo che tutti a lei deggiono tributare le lodi e l’ammirazione, ed è impossibile che non Le giunga1 all’orecchio le benedizioni e gli applausi. Vero è che il Mondo non è prodigo de’ suoi encomj alla vera virtù; ma suo malgrado è forzato talvolta a confessarne il pregio, e a riconoscerla, e a commendarla. Io sono uno di quelli che dove la trovo la riverisco, e la venero, e la decanto. Lo stesso voglio fare ancora del vizio, con questa differenza però, che conoscendo il vizioso, procuro, nell’atto di pungerlo, di coprirgli la faccia con una tela, e dove trattasi di parlare del virtuoso, gli pongo d’intorno dei lumi accesi, perchè maggiormente si vegga, e si manifesti, e risalti. È stato questo il mio primo pensiere nelle opere mie teatrali: porre la virtù in bella vista, per invaghire gli animi ad imitarla. Però il rispetto che devesi alle illustri Persone, non permette di esporle in iscena col loro nome, ma si può bensì parlar di loro liberamente in un foglio, in un libro, in una epistola dedicatoria, e tant’e

  1. Così nel testo.