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IL PADRE PER AMORE 87
Beltrame. Signore... oh, cosa vedo?

(viene per parlare a don Fernando, e mostra di esser sorpreso osservando Pasquale.
Fernando. Donde tal maraviglia? (o Beltrame)
Beltrame.   Di travedere io dubito.
(come sopra)
Fernando. Parla, che ti sorprende?
Beltrame.   Signor, ritorno subito. (parte)
Fernando. (Non è sciocco Beltrame; dubito che vi sia
Qualche forte motivo). (da sè)
Pasquale.   (Fabrizio, andiamo via.)

SCENA XV.

Il Capitano don Roberto, Beltrame e detti.

Beltrame. Ecco due capitani.

Placida.   Stelle!
Luigi.   Numi!
Fabrizio.   (Che vedo!)
Fernando. Qual prodigio è codesto?
Pasquale.   (Ah ci siam, me n’avvedo).
(tenta di nascondersi dietro a Fabrizio)
Fernando. Chi siete voi? (a don Roberto)
Roberto.   Signore, ardito in queste soglie
Venni da amor condotto ad abbracciar mia moglie.
So che da lei non merto di sua bontade il dono:
Placida mia adorata, domandovi perdono.
Placida. Ah, questi è il mio consorte. Ah santi numi! è questi.
Lo riconosco agli atti, e ai sentimenti onesti.
Perfido, scellerato. (cercando coll’occhio Pasquale)
Fabrizio.   (Non ti smarrir, fa cuore).
(piano a Pasquale)
Questi è un uomo onorato, codesto è un impostore.
Roberto. Qual orribile inganno! Al volto, alla figura,
Veggo che in due soggetti scherzato ha la natura;
E l’arte, prevalendosi della natura istessa,