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270 ATTO TERZO


Luca. Quel cameriere, quel servitore, quel diavolo ch’era qui?

Mariuccia. Qui non c’è stato nessuno.

Luca. Che?

Mariuccia. Non c’è stato nessuno. (forte)

Luca. (Ora ci sento, e allora non ci sentivo; è una cosa che mi fa trasecolare). Dov’è andata la tavola ch’era qui?

Mariuccia. Che tavola? (forte)

Luca. La tavola apparecchiata.

Mariuccia. Voi avrete sognato.

Luca. Che?

Mariuccia. Avete dormito, avete sognato. (forte)

Luca. Sognato! E la scottatura della candela!

Mariuccia. Un sogno. (forte)

Luca. Un sogno! Anche questo un sogno! Ma come sogno? Ma come sono qui in questa camera?

Mariuccia. Ci sarete venuto dormendo. (forte)

Luca. Dormendo! Si danno i nottambuli veramente. Non so che dire, che io non lo avevo1. Da qui innanzi serratemi bene per di fuori; non vorrei uscire di camera, e precipitarmi giù delle scale. (parte)

Mariuccia. Così va bene. Se vorrà uscire, lo sapremo anche noi, e non ci verrà a sorprendere, se si farà qualche piccola conversazione, (parte)

SCENA XIII.

Camera grande illuminata.

Costanza, Felicita, Dorotea, Pasquina, il Conte, Leonardo, Battistino e Nicolò caffettiere con altri Servitori, poi il Cavaliere. Tutti si avanzano, tirano innanzi le sedie, e siedono per bevere il caffè.

Cavaliere. La cosa è andata benissimo. Il povero signor Luca se l’è bevuta. Crede di aver sognato, e Mariuccia ha secondato il lazzo mirabilmente.

  1. Così il testo.