Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1915, XX.djvu/340

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Oltre ai disavvantaggi del mio talento, ho quello ancora di una lingua straniera. Non so scrivere assolutamente Francese, ma quando anche il sapessi, io deggio scrivere per degli Attori Italiani. Il maggior onore della Commedia Italiana, è ch’ella stata sia1 ricevuta in Francia, e tuttavia si mantenga stipendiata dal maggior Monarca del Mondo, e ben veduta dalla più colta Nazion dell’Europa. Considero non pertanto, che le Commedie rappresentate in Parigi finora dagl’Italiani sono state meramente giocose, e che l'abilità delle Maschere ha prodotto di esse il maggior bene e il miglior effetto. Io sono ammiratore di tali valentissimi Personaggi. Lodo ancor io lo spirito e la franchezza de' nostri attori, che si distinguono da tutti gli altri del mondo nell’improvviso, e sono persuaso, che non si abbia a perdere intieramente un sì bel privilegio della nostra Nazione, ma io ho fatto l'uso di scrivere le Commedie diversamente, ed ho seguitato, come ho potuto, le tracce de’ migliori Maestri. So che pochissimo ho profittato, ma pure non so2 staccarmi dal mio sistema. Darò di mal cuore, e per compiacenza, delle Commedie a soggetto se ne vorranno, ma per la prima ch’io deggio esporre, non ho coraggio di farlo.

Voi, Signor mio, che per bontà vostra v’interessate per l’onor mio, giustamente mi avete fatto considerare, che una Commedia intieramente scritta in favella Italiana non sarà intesa in Parigi comunemente. Il riflesso è verissimo: molti intendono l’Italiano, ma non già tutti, e tutti quei che concorrono ad un tale spettacolo, hanno ragion di voler intendere. So per altro qual sia l’ingegno vivace e pronto degli3 Francesi, e so che poco basta per farli intendere. Se meno mi fidassi del loro ingegno, o avrei lasciato di scrivere, o avrei stampata la mia Commedia colla traduzione in Francese, ma nel primo caso avrei mancato al mio debito, e nel secondo avrei mostrata troppa temerità. Ho scelta la via di mezzo, ho formato un estratto della Commedia, ho reso conto in esso di ciò che si tratta di scena in scena, ho pensato di farlo mettere in vostra lingua e di pubblicarlo, e son sicuro che il poco che leg-

  1. Ed. Pasquali: sia stata.
  2. Ed. Pasquali: ma neppure so.
  3. Ed. Pasquali: de’.