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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1922, XXI.djvu/24

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18 ATTO PRIMO

Flaminio. Oh cieli! E Zelinda ne ha parte?

Fabrizio. Ne ha parte grandissima, poichè ella è amante di Lindoro, e costui è sì temerario, che sapendo la vostra inclinazione per questa giovane, ha il coraggio di burlarsi di voi, e di perdervi ancora il rispetto.

Flaminio. Indegno! lo farò morire sotto un bastone.

Fabrizio. No, signore, non vi consiglio di far rumore, poichè perdereste la speranza di venire al termine de’ vostri disegni.

Flaminio. Che mi consigli dunque di fare?

Fabrizio. Vi consiglio di parlarne al signor don Roberto...

Flaminio. Credi tu che mio padre acconsentirebbe ch’io sposassi Zelinda?

Fabrizio. Oh sono ben lontano di credere una simil cosa.

Flaminio. Finalmente Zelinda è nata assai civilmente.

Fabrizio. Non importa; è povera, è in qualità di serva, non l’accorderà mai.

Flaminio. Che dunque vorresti tu ch’io dicessi a mio padre?

Fabrizio. Voi non avete che a scoprirgli i segreti amori, che passano fra Zelinda e Lindoro. Mettergli sotto gli occhi il torto che fa costui alla casa amoreggiando colla cameriera, e il pregiudizio che ne verrebbe a questa giovine, se si maritasse con uno che non ha il modo di mantenerla. Aggiungete che Lindoro è di un cattivo carattere, che sapendo essere Zelinda di buona nascita, dà ad intendere d’essere egli pure qualche cosa di buono, ma è un falsario, un impostore, un birbante. Sapete quanto il signor don Roberto ama e stima questa buona figliuola. Son certo che s’egli sa tutto questo, non differisce un’ora a licenziar quel birbone.

Flaminio. Tu dici bene, ma io ho il cuore buono, e non so far male a persona.

Fabrizio. Lodo la vostra bontà, la vostra umanità, ma voi, scusatemi, non siete in obbligo di risparmiare un temerario, un indegno che parla di voi con disprezzo, e che vi mette in ridicolo a tutto andare.

Flaminio. Mi mette in ridicolo?