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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/138

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120 ATTO SECONDO
Se morrò vendicata.

Alerico.   Oh donna invitta,
Oh magnanimo cor!

SCENA X.

ROSMONDA sopraggiunge in distanza, e detti.

Alvida.   Germondo ingrato,

Mi volesti crudel? Sarò crudele.
Rosmonda. (Di Germondo si parla? Ah qualche trama
Ordisce il genitor). (da sè
Alerico.   Deh ti rammenta,
Nel ferir l’empio sen, del mio furore;
Rammenta al traditor, pria che dal seno
Tutta l’alma smarrisca, il nome mio.
Mostragli il ferro e di’ che dalla destra
D’Alerico l’avesti. Ah! vanne e torna
Tinta poscia di sangue. Ah quella mano
Che in più parti squarciato avrà quel core,
Porta sugli occhi miei; vogl’io baciarla,
Stringerla al seno, e venerare in essa
La giustizia de’ Numi. Ombra infelice
Del tradito mio figlio, osserva, osserva
In pugno di colei la mia vendetta.
Tu la destra le reggi, e tu seconda
Del magnanimo cor l’eccelsa impresa. (parte

SCENA XI.

Rosmonda ed Alvida.

Rosmonda. (Che intesi, eterni Dei!) (da sè

Alvida.   Tremi Germondo
Di colei che disprezza. Ecco dell’empio
La dovuta mercè nel crudo ferro. (ripone lo stile