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292 ATTO SECONDO
D. Giovanni.   Per inchinarmi al trono

Del vostro Re, che alla Castiglia impera.
Elisa. Il nome vostro?
D. Giovanni.   Il nome mio non celo:
Don Giovanni Tenorio.
Elisa.   Ah don Giovanni!
D. Giovanni. Sospirate? Perchè?
Elisa.   Sa il ciel, se avete
Con voi tutto portato il vostro cuore.
D. Giovanni. Tutto meco sinora ebbi il cuor mio.
Ora non più, che fu da voi rapito.
Elisa. (Vorrei far mia fortuna. Il mio Carino
Mi sta nel cuor).
D. Giovanni.   Siate pietosa, o bella;
Io trarrovvi dal bosco. In nobil tetto
Posso guidarvi a comandare altrui:
Le rozze lane cangerete in oro,
E di gemme fornita, ogni piacere
Sarà in vostra balìa.
Elisa.   Se non temessi
Rimanere delusa...
D. Giovanni.   Io non saprei
Come meglio accertarvi: ecco la mano.
Elisa. Fra noi s’usa giurare, e sono i Dei
Mallevadori della fè.
D. Giovanni   (Si giuri
Per posseder questa beltà novella).
Giuro al Nume che al cielo e al mondo impera,
Voi sarete mia sposa.
Elisa.   E se mancate?
D. Giovanni. Cada un fulmin dal cielo, e l’alma infida
Precipiti agli abissi.
Elisa.   (Il caso mio
Compatisci, Carino). Ah sì, vi credo:
Ecco la destra mia.