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370 ATTO PRIMO
Se ciò ancor vi negasse.

Rinaldo.   Ed io sarei,
Ricusando ubbidirlo, un reo vassallo.
Clarice. Dunque pel vostro Re sarete ingrato
Colla moglie che v’ama?
Rinaldo.   Io prima fui
Suddito, che marito.
Clarice.   E che sperate
Da tanta fedeltà? Bastante appena
Questa sarà per rintuzzar le insidie
Degli inimici vostri.
Rinaldo.   Un cuor fedele
Degli inganni non teme.
Clarice.   I Maganzesi
Han saputo altre volte gl’innocenti
Opprimere pur troppo.
Rinaldo.   E che degg’io
Perciò temer?
Clarice.   Che tanta gloria offenda
Gli occhi invidiosi.
Rinaldo.   A me però sol basta
Che gli occhi del mio Re scorgano il vero.
Clarice. Si potriano abbagliar.
Rinaldo.   Da chi?
Clarice.   Dagli empi
Nemici vostri.
Rinaldo.   Ah! Perchè mai volete
Femminile timor seguir voi sempre?
Temer di tutto è il maggior mal che puote
L’uomo soffrir.
Clarice.   E il non temer di nulla,
Spesso è il male maggior che l’uomo opprime
Ruggiero. I consigli di donna ognor non sono
Da sprezzarsi egualmente. Io lessi, o padre,
Che femmina talor predisse il vero.