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RINALDO DI MONT'ALBANO 421
Fra le sedie dei Duci, e ben vi giuro,

Che avviliti vedrete i scellerati
Nemici vostri.
Carlo.   Sì, Ruggiero ancora
Ponerò in libertà. Colla sua spada
L’avrete al fianco vostro. Al gran Consiglio
Verrete entrambi. Le difese vostre
Placido ascolterò; ma se delitto
Trovo nel vostro cuor, vendetta tale
Di voi farò, che a’ secoli venturi
D’esempio passerà. Non m’impegnate
Tanto, se siete reo; pietà chiedete:
Facile è l’ottenerla; ma se tardi
Verrò a scoprir le vostre colpe, allora
Speme non vi sarà ch’io vi perdoni.
Distruggerò le vostre terre; il sangue
Vostro si spargerà: sarò crudele
Qual d’un suddito reo merta l’eccesso. (parte
Rinaldo. Lode agli Dei! Ho riparato in parte
Alle ingiurie degli empi.

SCENA VII.

Florante e detto.

Florante.   Amico, alfine

Cangiò il vostro destin. Carlo conobbe
L’ingiustizia, che al merto di Rinaldo
Crudo facea.1 La vostra illustre spada
Ritornarvi commise. Eccola: accresca
Ella le vostre glorie. (Ah qual sventura
Questa è mai per Florante!) (a parte
Rinaldo.   Il Re crudele
Meco non fu, nè sarà mai. L’ingiurie

  1. Forse devesi leggere: crudo il facea.