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ENRICO 525
Tutte le vostre idee. Se la mia destra

A Costanza promisi, io sol lo feci
Per acchetar1 f ) il popolo commosso
Solo forse dal vostro empio consiglio;
Ma sposar non vogl’io...
Leonzio.   Come, signore!
Ricusate sposar la principessa
Dopo averlo promesso? Il popol tutto
Lusingate2 dal trono; ella sicura
Vive di vostra fede, e voi pensate
Di tradirla così?
Enrico.   Di ciò incolpate
Solo voi stesso. Perchè mai ridurmi
Ad una tal necessità? Forzato
Da’ vostri detti, anzi da’ vostri inganni,
Cosa promisi lor contro mia voglia.
Chi vi obbligava il nome di Costanza
Segnar sul foglio, che dovea la sorte
Far di Matilde? Ingiusto padre, aveste
Tanto cor di tradire il vostro sangue?
Tant’ardir d’arbitrar dei mio volere?
Ditemi: quale autorità vi diedi
Sovra gli affetti miei, sicchè disporne
Poteste a piacer vostro? No, Leonzio,
Non sperate che a fin vada il disegno.
Pria di veder l’odiosa face accesa,
Arderà tra le fiamme il regno tutto.
Leonzio. Qual terribil minaccia! Ah voi mostrate
Questi sudditi vostri amar ben poco.
Deh non lasciate che l’amor v’acciechi;
Deh la vostra virtù non offendete.
Enrico. Tutto facil rassembra a un crudel padre,
Che con legge tiranna odiosa al cielo,
Sovra il cor della figlia arbitra ancora.

  1. Bett.: acquetar.
  2. Bett.: lusingaste.