Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/560

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ed., p. 12); ma in quelle francesi conferma lo scarso successo (P. 1e, ch. XL). Tuttavia poco tempo dopo, nel carnevale del 1740, trovandosi a Venezia il Principe di Polonia e Sassonia Federico Cristiano, il Goldoni fece rappresentare di nuovo la tragedia, “animato” dall’autorevole voce dell’abate Antonio Conti, e Sua Altezza si compiacque di chiederne la replica (vedasi la lett. di C. Gold, al Principe Elettore edita dal Maddalena nel vol. VII di questa ed., pp. 96-97; inoltre le citate memorie italiane, vol. I, p. 135 e il vol. XII, p. 423. Questa recita fu creduta la prima dai compilatori dell’ed. Zatta e trasse in errore anche Johannes Merz, C. Goldoni in seiner Stellung zum französischen Lustpiel, Leipzig, 1903, p. 66). In tale occasione il dottore veneziano osò sottoporre per la prima volta al giudizio dei lettori l’opera sua tragica (non avendo riconosciuto la stampa clandestina del Belisario fatta a Bologna nel 1738).


Enrico re || di || sicilia || Tragedia || del Dottor || Carlo Goldoni || Veneto. Appresso Giuseppe Betinelli (sic). Con Licenza de’ Superiori. MDCCXL. In-8°, pp. 64.

Narra il Goldoni stesso che la stampa fu eseguita in quattro giorni e che il libretto fu distribuito gratis a tutti quelli che concorsero alla prima recita (vol. I della presente edizione, pag. 135). L’autore non avendo potuto dedicare la tragedia al Principe stesso che viaggiava incognito, fece precedere al testo tale avvertenza:

Lettor Benigno. Se per avventura ti capitasse questa mia Tragedia alle mani, o per dono, ch’io o altri te ne facesse, o per ristampa di qualche Librajo, che senza mio ordine se ne approfittasse, pregoti non criticarla, riflettendo ch’io non la stampo per vanità, e molto meno per trarne utile; ma solo per l’onore, ch’ella sia letta da uno de’ maggiori principi dell’europa, e vivi felice”.

Segue a pagina 4 l’Argomento. “Ruggiero Re di Sicilia non ebbe che una sola Figlia per nome Costanza. Aveva egli un Fratello, chiamato Manfredi, maltrattato da Lui per gelosia di Regno, il qual Manfredi morendo lasciò due Figli Maschi in età pupillare: Enrico il primo: Pietro il secondo. Ruggiero non avendo prole maschile, fece conto delli Nipoti, dando il primo ad allevare a Leonzio gran Cancelliere del Regno; l’altro ad Ormondo Cavaliere de’ primi fra i Vassalli della Corona. Enrico, di genio facile e gentile, fu allevato pel Regno; Pietro, torbido ed altero, fu allevato per l’Armi. Leonzio avea una Figlia per nome Matilde, della quale s’invaghì Enrico. Onde su tali fondamenti, parte storici, parte favolosi, è tessuta la presente Tragedia”.

Dopo i nomi dei personaggi, trovasi la seguente didascalia:

“La Scena rappresenta un Salone Reale con cinque porte corrispondenti:

“La prima alli Appartamenti Reali.

“La seconda a quelli d’Enrico prima che fosse Re.

“La terza a quelli di Leonzio e Matilde.

“La quarta a quelli di Costanza.

“La quinta serve d’ingresso e regresso commune alla Sala per via de’ Scaloni.