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Filippo l’inseguisce, io fò lo stesso,

Ma nè l’uno, nè l’altro unqua più vidi.
Giustiniano. (Cieli, che ascolto mai). Tu come in queste
Spoglie venisti poi?
Antonia.   Fuggir potei,
Sicchè Filippo non mi giunse unquanco.
In un rustico tetto, ove dimora
Il vecchio Elpin, la di cui Moglie il latte ecc.
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  Indi la cruda
Minacciando volea, ch’io la mia destra
Dassi (sic) di Sposa al mio nemico.
Giustiniano.   E forse...
Antonia. Di Filippo m’intendo, ed ei, che m’ama
Tanto, quanto ch’io l’odio, avea speranza
D’acquistar il mio cor, ma sempre in vano.
Giustiniano. (Cresce il sospetto mio).
Narsete.   (Barbara Donna).
Antonia. Bellisario mi crede a sè incostante,
Mi scrive un foglio, e si querela in esso.
Teodora mel toglie, e minacciosa
Queste voci precise allor mi dice
Tutta sdegno e furore: un colpo aspetta,
Che terribil sarà. Poscia si parte.
Giustiniano. Ah traditrice, ora comprendo il resto.
Antonia.   Finalmente...
Giustiniano. Non più, troppo dicesti,
Troppo intesi: Narsete, a te consegno
Questa donna infelice. Ah troppo tardi
Parlasti, Antonia, il colpo è già caduto,
Più rimedio non v’è, già Bellisario...
Antonia. Bellisario che fà?
Giustiniano. Privo è degli occhi, ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .