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GIUSTINO 39
Amanzio.   Di mia costante fede

Prove diedi finor 1. Così foss’egli
Fido colui che al tuo favore inalzi!
Rammenta che chi nacque in rozza cuna,
Esser grato non sa 2.
Anastasio.   Che temer deggio?
A che puote aspirar garzon che appena
Esce dal nulla?
Amanzio.   Egli possiede 3 appieno
L’arte ria di sedur l’alme più schive 4.
Appena Eufemia tua germana il vide,
Tosto di lui si accese. Or fu veduto
Favellar con Arianna in cotal guisa,
Che mormorar le stesse guardie. È vano,
È superbo costui5. Chi sa sin dove
Alzi le mire sue? Signor, perdona
Se spiacevole cosa io ti rammento.
Sai che Arianna guidotti a questo trono
Contro il parer de’ Bizantini6, ed io
Ti fei strada all’impero. Il cor di donna
Sai pur quanto è soggetto a cangiamenti 7.
Chi t’assicura8 che la stess’Arianna9
Che monarca ti fe’, non ti tradisca?
Altro non fu che amor che consigliolla
A preferirti altrui. Se un altro amore
Indi al cor le parlasse, ove fondata
Saria tua sicurezza? Ell’averebhe 10
Seguito assai maggior nell’abbassarti,
Di quel ch’ebbe a guidarti al Greco soglio.
Deh! pensaci. Costui giovane audace
Ben favella, ha bel volto, e grazia affetta.

  1. Ms.: fin’or.
  2. Nell’autografo era scritto prima: Esser fido non può; ma queste parole furono dall’autore stesso cancellate e sostituite da quelle che si leggono nell’ed. Zatta.
  3. Ms.: possede.
  4. Ms.: gl’umani affetti.
  5. Nel ms. c’è punto e virgola.
  6. Così nel ms.; nell’ed’ Zatta: Bisantini.
  7. Ms.: Sai pur quanto soggetto è ai cangiamenti.
  8. Ms.: ti assicura.
  9. Ms.: la stessa Arianna.
  10. Ms.: Ella averebbe