Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu/44

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ATTO SECONDO
Chi sa? Potria sedurla. Ah! se gli riesce

D’innamorarla, invan rimedio al male
Porger vorrai. La donna innamorata
Non conosce ragion. Ciechi trasporti
Produce in lei la rea passione; aspira
Solo ad esser contenta, e non ricusa,
Per compiacer al1 suo novello amante,
Sagrificar padre, marito, e figli.
Anastasio. Quai sospetti odiosi2 in sen mi desti?
Conosco Arianna, e di Giustin non temo.
Amanzio. Vogliano i Dei che tu a pentir non t’abbia
D’aver a’ detti miei negata fede3.
Ma vedi Augusta: la tua sposa vedi
In abito viril4, e seco il fido,
L’innocente Giustino.

SCENA III.

Arianna in abito virile, Giustino da guerriero e detti.

Anastasio.   Augusta, e come

In viril spoglia?
Arianna.   Io vuo’ seguirti al campo;
Esser teco vogl’io fida compagna
Del tuo destin, del tuo voler5, e quando
Lo decretin gli Dei, del tuo morire.
Anastasio. Ma Giustin perchè teco?
Arianna.   Il valoroso
Garzon che miri, in compagnia m’elessi.
Egli mi scorterà.
Anastasio.   No, no; destino
Ad altr’uso il suo braccio.

  1. Ms.: il.
  2. Ms.: importuni.
  3. Ms.: ai detti miei fede negata.
  4. Ms.: virile.
  5. Ms.: valore.