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GIUSTINO 41
Amanzio.   (Ah non tel dissi?

Preme troppo ad Arianna il suo campione).
(ad Anastasio
Giustino. Signor, dovunque il cenno tuo mi guidi,
Lieto n’andrò. Ma ben più lieto allora,
Che maggior 1 il cimento esser comprenda 2.
Anastasio. Amanzio, venga l’orator nemico.
Udiam prima i suoi detti 3. (vanno in trono
Amanzio.   Olà, ti scosta, (a Giustino
Non lice ad uomo vil starsi presente
Quando Cesare è in trono, e quando a lui
Favellar deve un messaggier reale.4

SCENA IV.

Anastasio, Arianna in trono, Giustino in disparte. Guardie e soldati.

Arianna. Ha sempre la virtù de’ gran nemici.

Amanzio odia Giustino.
Anastasio.   Odiarlo invano
Egli potrà, purché sia fido.
Giustino.   (Oh stelle!
Indegno io son di rimaner fra questi.
Che pur son, qual son io, servi d’Augusto?)
Deh! monarca clemente, a me concedi
Fra la turba restar de’ tuoi guerrieri.
Anastasio. Restane pur, se vuoi.
Giustino.   M’è ignoto ancora
Come favellin gli oratori 5 al trono;
Se mai per tuo comando all’alto grado

  1. Ms.: maggiore.
  2. Nell’autografo era scritto potrebbe, ma poi fu cassato.
  3. Ms.: Udiam, Sposa, i tuoi detti.
  4. Questa didascalia ch’è nell’autografo, manca nell’ed. Zatta.
  5. Ms.: gl’oratori.