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LA BOTTEGA DA CAFFÈ | 253 |
Dorilla. Da questo suo parlar così interrotto,
Dagli occhi lacrimanti,
Da quel cigliò umiliato, io ben comprendo
Il pentimento suo. Basta, signore,
Io già le ho perdonato;
Tutto mi scordo, e quel ch’è stato, è stato.
Zanetto. Mi me sento
Tutto in lagreme 1
Dal contento
El cuor desfar.
Za cognosso
El mio demerito;
No me posso
Consolar.
Narciso. Via, no fifè2. Stè qua; ve lasso soli;
Vago a far un servizio, e adesso torno. (parte
SCENA IV.
Zanetto e Dorilla.
Siora Dorilla cara,
Certo so che ho fallà...
Dorilla. Via, non parliamo
Più di quel ch’è passato.
Zanetto. Ma se la me vedesse dentro al cuor,
La vederia l’amor che gh’ò per ella.
Dorilla. Invano lei favella.
So ben quanto che mi ama.
Zanetto. Sì, vita mia, sè la mia cara mama;
Ma no mama, la tata;
Ma gnanca tata, sè la mia morosa.