Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/425

Da Wikisource.

LA FAVOLA DE' TRE GOBBI 423
  Maggior non si dà.

  Un po’ di creanza, (a Parpagnacco
  Tiratevi in là.
Macacco. Su subito va vado.
Parpagnacco. Sentite ancora me.
Macacco.   Non po po posso.
Parpagnacco. Un galantuom s’ascolta.
Macacco. Pa pa pa e)1 parlerete un’altra volta.
Parpagnacco. Una sola parola, e poi andate.
Macacco. V’ho inte te te te teso
Se senza che che che che che parlate2.
V’ho ca ca ca ca capito. (a Parpagnacco
Pa pa pa parlerò.
Voi sarete se servito. (al Conte
Il mezzan vi fa farò;
Son di buon co co co core;
L’accialin vi ba ba ba ba
Ba ba ba ha batterò3. (parte

SCENA III.

Il Conte ed il Marchese.

Conte. Veramente voi siete il bel soggetto.

Parpagnacco. Oh che gentile aspetto!
Che amabile figura!
Conte. Che gran caricatura!
Parpagnacco.   Ah gobbo!
Conte.   Ah monte!
Oh che caro Marchese!
Parpagnacco.   Oh che bel Conte!
Conte. Che sì, che il mio bastone
Ti rompe quel gobbone.

  1. Occhi: Par, par, par.
  2. Occhi: V’ho in te te teso senza che parlate.
  3. Occhi: L’accialin vi batterò.