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196 memorie inutili

de’ Pellegrini, de’ Mondi morali, degli Osservatori; uscivano elette poesie e prose latine; uscivano traduzioni de’ libri dell’estere brave nazioni, che (serbato il fondo loro) apparivano trasformatissime nel linguaggio, nelle frasi e nello stile, e con tutti i colori e la coltura del nostro idioma. Dovrò cercare testimonianze delle cose pubbliche?

Potrò agevolmente essere accusato dagl’innovatori ch’io cerchi di dar corpo a delle frivolezze. Ciò sará picciola sciagura per me, ed è ben sciagura maggiore per tutti gli altri quella del lasciarsi sedurre a credere che l’opere degl’innovatori contengano altro che frivolezze, e frivolezze strane, mal pensate, snaturate e scritte mostruosamente.

Chi averebbe immaginato che un vocabolo ridotto a un’essenza contraria al di lui vero significato, vocabolo omai reso comune persino in sulla lingua delle femmine e de’ ragazzi ad ogni proposito che loro non accomoda, dovesse rovesciare a’ tempi nostri tutte le regole fissate dalle lunghe osservazioni de’ saggi e dall’esperienza? Questo vocabolo è la ignuda parola: «pregiudizio».

Ho detto che questo vocabolo fu ridotto ad un’essenza opposta al di lui vero significato, perocché, secondo i principi miei, i quali non andranno esenti dalla vergogna d’esser chiamati «pregiudizio» dagl’innovatori, ho dovuto sempre credere con fermezza, che a ciò che non nuoce, anzi giova ed è necessario all’intera umanitá, non si possa dare il titolo di «pregiudizio»; ed è facile il dar la prova alla mia proposizione.

Dovei credere e credo ancora necessari e giovevoli alla societá ed a’ popoli i fondamenti dell’augusta religione e gli accessòri che la facevano venerare e risplendere: ma gl’innovatori filosofi chiamarono tutto ciò col vocabolo di «pregiudizio» delle menti ingannate, intimorite, lusingate, abbagliate e sedotte; e l’augusta religione, argine salutare allo sfogo di tutte quelle passioni alle quali l’umanitá è inclinata, languí facilmente intiepidita, derisa ed inoperosa.

Dovei sempre credere, e credo ancora giovevoli alla societá ed a’ popoli, i patiboli che puniscano i scellerati per dare un