Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/28

Da Wikisource.
22 memorie inutili

amor proprio, che fa dire a parecchi coll’andatura, coll’aspetto e collo sguardo: — Guardatemi, contemplatemi, ammiratemi, riveritemi, temetemi.

Trovai de’ gran benefizi da questo mio studio, e do alcune memorie della mia vita famigliare, morale, viaggiatrice e di picciola letteratura, col solo accennato desiderio d’umiliazione.

Conosceranno in queste, coloro che si contentano d’annoiarsi leggendo, che il corso della mia vita sino all’etá in cui sono non si merita né panegirici da chi vuol bene, né inonesti libelli da chi non mi ama. Ringrazierò sempre i primi dell’onore che avessero avuto la volontá di farmi, e non odierò mai i secondi che avessero avuto la sete di screditarmi.

Chi vive ha degli amici e de’ nimici. La sola simpatia e la sola antipatia a un aspetto, a un’effigie, a un favellare flemmatico o rapido, prolissio o laconico, a un temperamento diverso, senza esaminare il costume e le azioni d’un uomo, può cagionarne.

Le leggi, che proibiscono d’offendere e minacciano castighi all’offensore, furono necessarie anche per questo solo principio.

Potrei essermi guadagnato delle avversioni anche per tali cause innocenti, e darò un pontuale ritratto del mio esterno, perché si possa formare un diritto giudizio da questa parte da chi volesse divertirsi a formarlo.

Darò pure un ritratto originale del mio cuore, de’ modi del mio pensare e del mio temperamento, perché gli animi avvelenati e ingegnosi, che volessero spassarsi a fare di me qualche maligna pittura, possano farla senza allontanarsi dal vero, e per non ricevere delle mentite.

Abbiamo tutti una spezie di lente ottica nell’intelletto, che col suo riverbero ci presenta gli oggetti di questo mondo.

Se ho qualche particella di filosofia, inclino piú a Democrito che ad Eraclito a’ riverberi di questa lente.

Bench’io non abbia mai presi di mira particolarmente senonché gli oggetti che presero di mira me, e sempre con de’ sali moderati e non rodenti la reputazione, risi e feci ridere indistintamente con degli scherzi sulle infinite semine impresse nel mio cerebro dalla lente accennata.