Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/33

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parte prima - capitolo i 27


Ho detto qualche cosa della mia stirpe, perché nessuno possa dire, malignamente sprezzante, di non sapere di qual paese io mi sia. Parlerò ora della mia nascita.

Mio padre fu Jacopo Antonio Gozzi, uomo di mente penetrantissima, d’un sentimento d’onore assai delicato, d’un temperamento suscettibile, risoluto e da temere in alcuni momenti.

Egli rimase figlio maschio unico del di lui padre Gasparo in etá puerile, sotto la tutela della di lui madre contessa Emilia Grompo, nobile di Padova.

Il di lui patrimonio era sufficiente a fargli fare un’ottima comparsa nella societá, ma volle farla troppo sublime.

Figlio maschio unico, allevato da una tenera madre, che lo appagava in tutti i desidèri suoi, apprese principalmente a seguire le sue inclinazioni, che pendevano alle cavalleresche grandezze, a possedere un gran numero di cavalli e di cani, alle caccie ed a splendidi conviti, senza riflettere alle conseguenze d’un matrimonio da lui incontrato nella sua fresca etá inconsideratamente, e per seguire una delle sue inclinazioni.

Mia madre fu Angiola Tiepolo, d’una famiglia patrizia veneta che si estinse nel di lei fratello Almorò Cesare, il quale morí benemerito senatore, circa l’anno 1749.

Averò forse annoiato con una troppo lunga digressione sulla mia stirpe e sulla mia nascita. I satirici non troveranno in queste niente che possa risvegliare dell’ambizione e niente che possa movere la lor penna alla derisione.

I gradi degli uomini furono da me sempre contemplati come figliuoli dell’accidente, ma necessari per il bell’ordine della subordinazione che regge i popoli; e quanto alla nascita mia, non guardo da dove vengo, ma guardo laddove vado. Un viaggio intrapreso di mala condotta nelle azioni, contrario a ciò che richiede una nascita civile, potrebbe rattristare i miei onorati parenti defunti, e potrebbe coprire di una maschera di rossore me medesimo e tutti i miei posteri.

Il mio nome è Carlo, e fui il sesto parto della mia madre, non so se mi deva dire uscito alla luce o alle tenebre di questo mondo.