Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/91

Da Wikisource.

parte prima - capitolo xi 85


Il Torri canterino, coadiutore d’una secretaria e non militare, cominciò a comprendere che le sue canzoni erano inopportune; e con quella prudenza che massime la paura suggerisce facendo de’ buoni riflessi, chiese permissione d’andarsene.

Lo fiersuademmo a fermarsi, adducendo che la strada era pubblica, che il divertimento era lecito ed innocente, e col decoro della nostra nazione. Egli seguitò il suo canto, ma le sue ariette avevano un perpetuo trillo mal collocato.

Sostenemmo questo primo assalto canonico, che dopo aver replicato tre o quattro volte il tenebroso: — Che insolenzia! — terminò con un chiuderci la finestra in faccia impetuosamente.

Il secondo assalto fu molto diverso da quello della orribil voce ecclesiastica, e molto piú serio. Questo chiuse la gola al nostro musico e gli fece uscire le sue canzonette per altra parte. Vedemmo al chiarore della luna imboccare la via da lunge sei incappucciati con sei archibugi luccicanti calati, e volgere il passo tardo verso noi.

A una tal vista il nostro canterino ebbe un’occorenza tanto veemente, che sparí come un dardo per andarsi a sgravare ben chiuso nella sua abitazione.

Il signor Massimo ed io rimanemmo fermi come un Orlando ed un Rodomonte. Seguitai a suonare, e, perché non mancasse il canto, l’amico sciolse de’ canzoncini villerecci con una voce franca, ma meno grata di quella del canonico, e con de’ stuonamenti da far vergogna alla musica italiana e da far spiritare la signora piú che da farsi onore con lei colla nostra serenata.

I sei incappucciati, a tal insistenza, si avvicinarono a venti passi da noi. Udimmo il «crich» di sei cani da fucile che alzarono al punto di poter far fuoco.

La nostra intrepidezza fu certamente infermitá da salassi, da corda, da elleboro e da bastonate. Senza movere un passo, inarcammo le nostre pistolette verso la squadra mascherata. Gli assalitori guardarono noi e noi guardammo gli assalitori per ben due minuti. Essi pensarono di passarci dinanzi difilati in qualche distanza sempre guardandoci con alterigia. Noi