Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/162

Da Wikisource.

i35 getlivo; che, il secondo aggiunto in tal caso dinota partico* larilà della eosa posseduta. Se il nome di parentado o tito- lo è in plurale, come nel sesto esempio, il possessivo do- manda r articolo. Come già dicen^mo, quando il possessivo si riferisce a cui si parla, si dice signor mio^ amico mio^ senza articolo, non essendoci bisogno di segno dimostrativo per la persona cui porgiamo il discorso. I • Sempre per suo amico Cebbe. B. 2. Fate di me quel che sH)i credete che pia mostro onore e consolazion sia. B«  3. f^i ricorderete di dire a ^ostro padre f che i fostrì fi,-* gUiioU^ sua e miei nipoti^ non sono nati di paltoniere. B» 4* // giudice niuna cosa in sua scusa coleva udire. B. 4« Io nofi posso far caldo e freddo a mia posta. B. II possessivo suo del primo esempio, e wstro^ del se- condo, sono senza articolo, perchè non si intende né a con* franto, né a particolarità rispetto alla cosa posseduta. Nel terso Tarticolo è apposto a H)stri e non a suoi e miei^ perciò che il nome figliuoli è messo in confronto con gli altri della medesima specie; mentre il seguente nipoti non è adopera- to se non per qualificaute* Nel quarto e quinto esempio le espressioni insuascusa^ a mia posta^ sono avverbiali, vale a dire le tre parole tutte insieme fanno come una sola modi» ficante il verbo; nel qual caso il nome non è soggetto a de- terminazione, né quindi il possessivo ali* articolo. Tali sono anche a mio senno^ a mio modo y a mio parere % ecc. La de- teraiinazione, ciò non ostante, può aver luogo per confron- to o«l opposizione anche in queste espressioni, come quando il Boccaccio dicevo/ mio parere^ questa tua andata è di sO" perchio; ma , in questo caso , la parola al mio parere non è più avverbio, ella è parte della proposizione se tu dai retta al mio parerei o pure ella serve di dativo al seguente è.