Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/240

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tf i3 analogiai per somiglianza d^ntia cosa con T altra o dei loro effetti, si disse Pietro è buono, attribuendo aIl*uonio, io sen- so astratto , la qaaiità concreta d^ una cosa. In seguito si disse Pietro è onorato da tutti, apponendo a Pietro, per qua- ììùf r azione o 1* atto altrui. Ora, chi produce questa dispo- sizione nelle persone agenti sopra Pietro, se non Pietro me- desimo per le sue Virtù e per io suo valore ? Dunque si può procedere e dire, Ae^ro /& ^e onorare, perciò che quella for- ma è la conseguenza dt* questa; e questa equivale a Pietro onora se; onde ancora Pietrose onora^ e Pietro si onora da tutti. Dico che il passaggio fra uno fa se onorare ^ e uno o^ fiora se, è immediato; perchè non si può onorar se , se non eoo la partecipazione e Tatto altrui, e in ambedue i casi si soliinteude Tidea per atto procedente da tutti. Trovata que- sta verità per base, il proseguire sarà facile e chiaro ; e per le ragioni che prodotte abbiamo , per distinguere questo si dall’altro, lo chiameremo il si passivo. I • Ciascuna cosa massimamente desidera la sua per" fezìone; e in quella si queTj4 ogni desiderio, e per quella ogni cosa è desiderata. D. a. Certi 9ÌzJ sì f-mncono e si FUGGONO per buona consuetudine; e fassi V uomo per quel- la s^irtuoso. D. 3, Nulla cosa pia cara si compiuì^ che quel- la do^e i prieghi Si spendono. D# Abbiamo veduto che, in queste costruzioni passive, Te- spressione ha subito già due mutamenti. In luogo di fare al- r agente reggere il verbo, cioè Vuomo quetaogni desiderio, s è messa la proposizione inversa , e fatto delT oggetto il reggente del verbo, ogni desiderio è quietato, sottintenden- do dairuomo; e poi, in vece deirausiliario essere e del par- ticipio passato, si usò il verbo semplice, come nella forma