Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/270

Da Wikisource.

^43 sa che voi vediate^ 90i non diciate una parola sola, B. 5. £*/la non cipuò^ per potere che ella ahbia^ nuocere •’E. 6. Con un cai^aliere d un conte paesano per fante si mise. B. fj. Mandò per lui. B. 8. Per virtù e per meriti il valey^a^ B. 9* Io son y^nuta a ristorarti dei danni li ifuali tu hai asnUi per me. B* Le parole /7^r me si s^a ecc., sono della scritta posta da Dante al sooinio della porta delf inferno, nel qual caso il poeta fa parlare la porta, che dice passando per me ecc. Il passaggio è dunque qui accennalo nel senso fisico* Nei tre casi in cui la preposizione per è usata in senso astratto abbiam veduto essere quello di esprimere passaggio di cagio* ne, dove la preposizione si appone a quella cosa che muove Tatto della mènte o Fazione. Delle espressioni del a, esempio ecco Tidea: nella proposizione a^ere uno perparen^ te e per amico il verbo avere è in senso astrattp, e signifi-* ca avere uno nella mente passante per concetto di paren^^ te ed* amico; e perciò che chi passa/^er un luogo è anche in quello, la precedente analisi si può ridurre a questa, avere nella mente uno nel concetto di parente e di amico. L*avverbio superlativo per tempissimo viene da per tempo; e questa espressione porta la preposizione /ler, a dinotare il passaggio del tempo il quale si misura per un corpo che passa da un luogo all’altro; e sempre va; e poichè per tempo significa tempo presto e non tardo, la vocepresto è intesa. Le preposizioni del quarto e del quinto esempio notan passaggio di cagione e di mezzo: cioè Guardatevi che voi non diciate una parola sola^ quando la cagion passasse per co^ sa che vediate^ Ella non ci può nuocere^ quando il mezzo di nuocere passi per potere che ella abbia * In tutti gli al