Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/285

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258 biasimar l'altra; onde chiaro procede ch'egli le ponesse a caso. E con tutto ciò si dirà ancora che l'Uso sia il maestro delle lingue? Questi eran pure, il Monti e il Perticari, tenuti pochi anni sono per li primi scrittori dell'Italia; e per ciò io sarò forse da alcuni accusato di sacrilegio; ma a me par più tosto che se tornassero al mondo i nostri maggiori, ci avrebbero per una nazion di ciechi, vedendo noi lasciare ancora credere queste cose, senza mostrare che le sentiamo. Abbiasi dunque ognuno la giusta sua gloria; poichè ogni dove in cielo è paradiso; ma non si estolla fibo alle stelle chi, come la Piccarda, ascese solo infin la luna. In un giornale scritto con pretensione a stile, ma pieno zeppo d'errori, di stile e di grammatica, mi fu mostrata l'espressione passò di Firenze, e domandato qual mi pareva. Dissi essere erronea, non sì potando in tal caso sostituire di a per; perciò che il passare di comprende un'altra idea, cioè quella di lasciare un luogo per un altro; come in questo esempio del Boccaccio: Non trapassar molti giorni ch'egli di questa vita passò; e benchè si dica passiam di quà, passiam di là, egli è concesso solo per fuggire due preposizioni che contrastano: passar per di quà, passar per di là; ma in ogni altro caso, il passaggio si suole accennare con per.

DELLE PREPOSIZIONI TRA O FRA, INTRA O INFRA.

1. INTRA duo cibi distanti e moventi d'un modo prima si morria di fame, che liber'uomo l'un recasse a' denti. D. 2. FRA se talora dicevano, che uomo è costui? B. 3. Nacque TRA l'una nazione e l'altra acerba e continua guerra. B. 4. Messer Francesco è per andare IN FRA pochi dì a Milano. B. 5. Il giudice, che aspettava d'esser ricevuto da lei con grandissima festa, cominciò a dire FRA se. B.