Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/190

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1929-1933: MISCELLANEA I 183 ta dei bottegai e | della piccola borghesia fedele alla vecchia Germania imperiale; il «Tag», per un pubblico più scelto; la «"Woche», la «Gartenlaube» (il pergolato). Giornali da destra a sinistra: «Deutsche Zeitung», ultra nazionalista, ma poco diffusa; «Volkischer Beobachter» di Hitler, poco diffuso (20 000). Poco diffusa è anche la «Neue Preussische Zeitung» (10 000) che continua ad esser chiamata «Kreuzzeitung»: è l’organo classico degli Junker (latifondisti prussiani), ex-ufficiali nobili, monarchici, e assolutisti, rimasti ricchi e solidi perché poggianti sulla proprietà terriera; ma invece tira 100 000 copie la «Deutsche Tages- zeitung» organo del Bund der Landwirte (federazione degli agrari) che va in mano dei minori proprietari e dei fattori e contribuisce a mantenere fedele all’antico regime l’opinione pubblica delle campagne. Tedesco nazionali: il «Tag» (100000); «Lokal Anzeiger» (180000); «Schlesische Zeitung»; «Berliner Bòrsen Zeitung» (giornale finanziario di destra); «Tagliche Rundschau» (30 000) ma importante perché era ufficioso di Stre- seman; «Deutsche Allgemeine Zeitung» organo dell’industria pesante, anch’esso tedesco-popolare. Altri giornali tedesco-popolari, cioè di destra moderata con adesione condizionata all’attuale regime e diffusi tra gli industriali sono: la «Magdeburgische Zeitung», la «Kòlnische Zeitung» (52000), di fama europea per la sua autorità in politica estera, l’« Hannover sche j Kurier», le «Münchner Neueste Nachrichten» (135 000) e le «Leìpziger Neueste Nachrich- ten» (170 000). Giornali del centro: la «Germania» (10 000), ma diffusissimi sono i giornali cattolici di provincia come la «Kol- nische Volkszeitung». I giornali democratici sono i meglio fatti: «Vossische Zeitung», «Berliner Tageblatt», | «Berliner Borsen Courier», «Frankfurter Zeitung». I socialdemocratici hanno un giornale umoristico: «Lachen links» (risa a sinistra). § {27). Il «Correspondant» del 25 luglio 1927 (vedi «Rivista d’Italia» del 15 luglio 1927: forse c’è errore nelle