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1929-1930: primo quaderno 19


co. Episodio Croce-Panzini, riferito recentemente nella «Critica», è un caso di gesuitismo personale, oltre che letterario*.

Salvator Gotta nel suo «Ciclo dei Vela»* deve ricadere specificamente nel brescianesimo, oltre che [genericamente] in tutta la sua produzione.

Margherita Sarfatti e il Palazzone. Cfr nota precedente sulle sue «giostre». Su questo punto ci sarebbe da spassarsi assai: ricordare l’episodio leggendario di Dante e la prostituta di Rimini (?) riportato nella raccolta Papini (Carabba) di leggende e aneddoti su Dante; per dire che di «giostre» può parlar l’uomo, non la donna; ricordare l’espressione di Chesterton nella Nuova Gerusalemme sulla chiave e la serratura a proposito della lotta dei sessi: per dire che il «punto di vista» della chiave non può essere quello della serratura. Ricordare che G. Bellonci, il «fine» intenditore di cose artistiche ❘12 e che civetta volentieri con l’erudizione preziosa (a buon mercato) per fare spicco tra il giornalistume, trova naturale che la vergine Fiorella pensi alle giostre*.

Mario Sobrero, Pietro e Paolo, può rientrare nel quadro generale per il chiaroscuro*.

Francesco Perri, Gli emigranti. Questo Perri non è poi il Paolo Albarelli dei Conquistatori? Tener conto in ogni modo anche dei Conquistatori*. Gli Emigranti: la caratteristica più appariscente è la rozzezza, ma una rozzezza non da principiante ingenuo, che in tal caso potrebbe essere il grezzo non elaborato che però lo può diventare, ma una rozzezza opaca, materiale, non dà primitivo ma da decadente. Romanzo verista (vedi articolo del Perri nella «Fiera Letteraria»)*; ma può esistere «verismo» non storicista? Il verismo stesso è una continuazione del vecchio romanzo storico nell’ambiente dello storicismo moderno (del secolo xix). Negli Emigranti non c’è accenno alcuno cronologico. È questa una cosa casuale? Non pare. Due riferimenti generici: il fenomeno dell’emigrazione meridionale che ha avuto un decorso storico e un tentativo di invasione delle terre signorili [usurpate] che anch’esso può essere [fatto] rientrare in un’epoca determinata. Storicamente il fenomeno emigratorio ha creato un’ideologia (il mito dell’America), come ad una ideologia è legato il fenomeno dei tentativi sporadici [ma endemici] di invasioni di terre prima della guerra (tutt’altro è il movimento del '19-'20, che è generalizzato, e che ha una organizzazione implicita nel combattentismo meridionale). Negli Emigranti l’uno e l’altro fenomeno si riflettono in modo tozzo, brutale, senza preparazione né generica né specifica, in modo meccanico. È evidente che il Perri co❘12 bisnosce l’ambiente popolare contadino calabrese non immediatamente, per esperienza sentimentale e psicologica diretta, ma per il tramite dei vecchi clichés regionalistici (se egli è l’Albatrelli occorre tener conto delle sue origini politiche). Il fatto dell’occupazione delle terre a Pandure nasce da intellettuali, su una base giuridica, e si termina nel nulla, come se non avesse sfiorato neppure le abitudini di un villaggio patriarcale. Puro meccanismo. Così l’emigrazione. Questo villaggio di Pandure, con la famiglia di