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264 QUADERNO 2 (XXIV) quarto di secolo successivo all’unità nazionale (massimo di 1 152 906 nel 1887), ha declinato gradualmente fino a un minimo di 1 042 090 nel 1903, è risalito ad un massimo secondario di 1 144 410 nel 1910 e si è mantenuto negli anni prima della guerra a 1 100 000. Nel 1920 (molte nozze dopo l’armistizio) si ha il massimo assoluto di 1 158 041, che scende rapidamente a 1 054 082 nel 1927, e circa 1 040 000 nel 1928 (territorio antebellico; nei nuovi confini 1 093 054 nel 27, e 1 077 000 nel 28), cifra la più bassa negli ultimi 48 anni. In altri paesi la diminuzione assai maggiore. Diminuzione correlativa nelle morti: da un massimo di 869 992 nel 1880 ad un minimo di 635 788 nel 1912, diminuzione che, dopo il periodo bellico, con 1 240 425 morti nel 18, è ricominciata: nel 1927 solo 611 362 morti, nel 1928 614 mila (vecchi confini; nei nuovi confini, 635 996 morti nel 27 e 639 000 nel 28). Cosi l’eccedenza dei nati sui morti nel 1928 è stata di 426000 circa (nuovi confini 438 000) cioè più favorevole che nel 1887, in cui solo 323 914, per l’alta percentuale di morti. Il massimo di eccedenza, 448 mila circa, si è avuto nel quinquennio 191 o-14. ( Si può dire, approssimativamente, che in un certo periodo storico, il grado di benessere di un popolo non può desumersi dal numero alto delle nascite, ma piuttosto dalla percentuale dei morti e dall’eccedenza dei nati sui morti: ma anche in questa fase storica incidono delle variabili che devono essere analizzate, infatti, più che di benessere popolare assoluto può parlarsi di migliore organizzazione statale e sociale per l’igiene, ciò che impedisce a una epidemia, per esempio, di 143 diffondersi tra una | popolazione a basso livello, decimandola, ma non eleva per nulla questo livello stesso, se non si può dire che lo mantenga addirittura, evitando la sparizione dei più deboli e improduttivi che vivono sul sacrificio degli altri). Le cifre assolute delle nascite e delle morti danno solo l’incremento assoluto della popolazione. L'intensità dell’incremento è data dal rapporto di questo incremento col numero degli abitanti. Da 39,3 per 1000 abitanti del 1876 la frequenza delle nascite scende a 26 nel 1928, con una diminuzione del ^3%; la frequenza delle morti da 34,2%o