Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/581

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574 QUADERNO 5 (ix) dello Wells, se è esatto il primo punto, il secondo soffre di nuova intrusione di elementi ideologici ed è moralistico. Altro aspetto da osservare è la valorizzazione dell’elemento non romano nella formazione delle nazioni moderne: elemento germanico nella formazione degli stati romanogermanici: questo aspetto è coltivato dai tedeschi e continua nella polemica sull’importanza della Riforma come premessa della modernità. Ma nella formazione degli Stati romano-germanici, oltre all’elemento romano e a quello germanico, c’è un terzo e anche talvolta un quarto elemento; in Francia, oltre all’elemento romano e a quello franco, c’è l’elemento celtico, dato dalla autoctona popolazione gallica; in Ispagna c’è ancora, in più, l’elemento arabo con la sua influenza scientifica nel Medio Evo. A proposito dell’elemento gallico nella formazione della civiltà francese, c’è sempre stata tutta una letteratura, di carattere misto storico e popolare. Nel tempo più recente è da | vedere YHìstoire de la Gaule di Camille Jullian, dove (nelTVIII vol., p. 311) si può leggere che è tempo di farla finita colla « ossessione della storia imperiale» e che «è necessario che noi sappiamo sbarazzarci dei modi di sentire e di ragionare che sono l’eredità dell’impero romano. I pregiudizi quasi invincibili coi quali noi siamo usciti dall’educazione classica, lo storico deve saperli vincere» \ Dall’articolo La figura di Roma in uno storico celtista di Piero Baroncelli nella «Nuova Antologia» del 16 marzo 1929 pare che il Julliarv a questi pregiudizi ne abbia sostituito degli altri (la celtomania), ma in ogni caso è notevole il fatto che uno storico accreditato come il Jullian, membro dell’Accademia, abbia dedicato un tale scritto monumentale a sostegno della sua tesi e abbia avuto il premio deH’Accademia. Il Baroncelli ritiene che: «La gelosia, con cui oggi si guarda quasi dappertutto al nostro Paese, si rivela anche nel favore col quale sono accolte all'estero le pubblicazioni che, per un verso o per l’altro, cercano di sfatare il nome di Roma e dell’Italia. Di questa indole è appunto la citata Histoire de la Gaule> opera fortunata per diffusione, imponente per mole, autorevole per il nome dello scrittore», e che: «Quanto agli sfregi che oggi si tentano sulla figura di Roma antica, ben sappiamo 1930-1932: (