Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, I.djvu/615

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6o8 QUADERNO 5 (ix) 39 bis anche prima di concentrarsi in privilegi legali, proteggeva in una certa misura i coloni contro la rapacità del fisco e le incursioni delle bande armate legali ed illegali. Lontano dalle città in piena decadenza, in mezzo alle campagne corse e spremute che minacciavano di tramutarsi in deserto, il monastero sorgeva, nuovo nucleo sociale traente il suo essere dal nuovo principio cristiano, fuori di ogni mescolanza col decrepito mondo che si ostinava a chiamarsi dal gran nome di Roma. Cosi san Benedetto, senza proporselo direttamente, fece opera di riforma sociale e di vera creazione. Ancor meno premeditata fu la sua opera di cultura». Mi pare che in questo brano del Salvatorelli ci siano tutti o quasi gli elementi fondamentali, negativi e positivi, per spiegare storicamente il feudalismo. Meno importante, ai [ fini della mia ricerca, è la quistione dell'importanza di S. Benedetto o di Cassiodoro nell’innovazione culturale di questo periodo. Su questo nesso di quistioni oltre al Salvatorelli è da vedere il volumetto di Filippo Erminf Benedetto da Norcia nei «Profili» di Formiggini, in cui (si trova una) bibliografia delPargomento. Secondo l’Ermini: «... le case benedettine diverranno veramente asilo del sapere; e, più che il castello, il monastero sarà il focolare d’ogni scienza. Ivi la biblioteca conserverà ai posteri gli scritti degli autori classici e cristiani... Il disegno di Benedetto si compie; l'orbis lati- nuSy spezzato dalla ferocia degli invasori, si ricompone in unità e s’inizia con l’opera dell’ingegno e della mano, soprattutto dei suoi seguaci, la mirabile civiltà del Medio Evo »1. § ( 73). Maggiorino Ferraris e la vita italiana dal 1882 al 1926. Nella «Nuova Antologia» del i° luglio 1929 è pubblicata la lista degli articoli pubblicati da Maggiorino Ferraris nella rivista stessa dal gennaio 1882 al 21 aprile 1926 1 (il Ferraris è morto nel giugno 1929 ed è stato direttore della «Nuova Antologia» dal 90 circa fino al 1926). Il Ferraris era un uomo mediocre, di tendenze liberali moderate con una punta verso il giolittismo e verso il nittismo, 1930-1932: (