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I93°'I932: APPUNTI DI FILOSOFIA II 889 costruire una nuova medicina delle passioni. Che il Croce non sia uscito fuori da queste contraddizioni e che le senta, si capisce dal suo atteggiamento verso i « partiti politici », come si può vedere dal capitolo « Il partito come giudizio e come pregiudizio» di Cultura e Vita morale2 e da ciò che si dice dei partiti negli Elementi di politica quest’ultimo più significativo. Il Croce riduce i partiti ai «singoli» capi- partito che per la loro « passione » si costruiscono lo strumento adatto di trionfo3. Ma anche ciò non spiega nulla. Si tratta di questo: i partiti sono sempre esistiti, anche se con altre forme e altri nomi, e ancor di più è sempre esistita una organizzazione permanente militare, che è l’«attore politico» per eccellenza. Come mettere insieme la «passione» e la «permanenza, l’ordine, la disciplina ecc.»? La volontà politica deve avere anche altra molla oltre alla passione. Cfr Quaderno 10 (xxxm), pp. 23-24. § (40). Nazionalizzazioni e statizzazioni. Cfr M. Saitzew, Die òffcntlicbe Unternebmung der \ Gegenwart, Tu- bingen, Mohor, 1930, RM. 3,40*. Il Saitzew è professore deirUniversità di Zurigo. Secondo il Saitzew l’area d’azione delle imprese pubbliche, specialmente in certi rami, è molto maggiore di ciò che si crede; in Germania il capitale delle imprese pubbliche sarebbe un quinto dell’intera ricchezza nazionale (durante la guerra e l’immediato dopoguerra l’impresa pubblica si è dilatata). Il Saitzew non crede che le imprese pubbliche siano una forma di socialismo, ma crede siano parte integrante del capitalismo. Le obbiezioni contro l’impresa pubblica potrebbero farsi anche per le società anonime; si ripetono argomenti che erano buoni quando le imprese private erano individuali, eppure le anonime sono oggi prevalenti ecc. Sarà utile il volumetto per vedere l’estensione che ha avuto l’impresa pubblica in alcuni paesi: il carattere dell’impresa pubblica non sarebbe, secondo il Saitzew, quello di avere come scopo principale il reddito fiscale, ma quello di impedire che in certi rami, in cui la concorrenza è tecnicamente impossibile, si stabilisca un monopolio privato pericoloso per la collettività.