Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/359

Da Wikisource.

1034 QUADERNO 8 (XXVIII) dire da mettere in circolazione, come il commesso viaggiatore ha il suo stock di freddure: quando vuol scrivere un articolo, non gli importa il contenuto dell’articolo, ma la razione di proverbi da esitare. Lo svolgimento letterario è dettato non dalla necessità intima della dimostrazione, ma dal bisogno di collocare le preziose gemme della sapienza dei popoli. Parallelo con Corso Bovio4, che, invece dei prover- . bi, costella gli articoli di grandi nomi; ogni colonnina di 47 bis giornale è una passeggiata | in un Pincio della Società delle Nazioni: bisogna che appaiano, per colonna, almeno 50 nomi, da Pitagora a Paneroni, dall*Ecclesiaste a Tom Pouce. Si potrebbe, come esempio di ilotismo letterario, analizzare cosi un articolo di Weiss e uno di Corso Bovio. (C’è però un po’ di Bovio in Weiss e un po’ di Weiss in Bovio e ambedue fanno rimaner babbeo il lettore operaio al quale si rivolgono). « § ( 155 ). Passato e presente. Apologhi. Spunti sulla religione. L’opinione corrente è questa: che non si deve distruggere la religione se non si ha qualcosa da sostituirle nell’animo degli uomini1. Ma come si fa a capire quando una sostituzione è avvenuta e il vecchio può essere distrutto? Altro modo di pensare connesso al primo: la religione è necessaria per il popolo, anzi per il « volgo », come si dice in questi casi. Naturalmente ognuno crede di non essere più «volgo», ma’che volgo sia ogni suo prossimo e perciò dice necessario anche per sé fingere di essere religioso, per non turbare lo spirito degli altri e gettarli nel dubbio. Avviene così che siano molti a non credere più, ognuno persuaso di essere superiore agli altri perché non ha bisogno di superstizioni per essere onesto ma ognuno persuaso che occorre mostrare di «credere» per rispetto agli altri. ^ § ( 156), Argomenti di coltura. Contro natura, naturale, ecc. Una concezione come quella esposta 1 pare conduCâ à unâ'tôrma di relativismo e quindi di scetticismo morale. È da osservare che ciò si può dire di tutte le concezioni precedenti, la cui imperatività categorica e og-