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1932 : ( MISCELLANEA ) IIO9

§ 20). I nipotini di padre Bresciani. G. Prezzolini. Cfr articolo di Giuseppe Prezzolini, Monti, Pellico, Manzoni, Foscolo veduti da viaggiatori americani, in «Pègaso» del maggio 1932. Prezzolini riporta un brano del critico d’arte americano H. Y. Tuckermann (The lta- lian Sketch-Book, 1848, p. 123): «Alcuni dei giovani elementi liberali, in Italia, si dimostrano assai disillusi perché uno, il quale stava per diventare un martire della loro causa, si sia voltato invece alla devozione, e si mostrano spiacenti che egli abbia ad impiegar la sua penna per scrivere inni cattolici e odi religiose». Cosi commenta il Prezzolini: «Il dispetto che i più accesi provavano per non aver trovato in Pellico uno strumento di piccola polemica politica, è dipinto in queste osservazioni» l. Perché si dovesse trattare di volgare «dispetto » e perché, prima del 48, la polemica contro le persecuzioni austriache e clericali fosse « piccola » è appunto un mistero della mentalità brescianesca. Cfr Quaderno 23 (vi), pp. 30-31. 21Machiavelli. Storia della burocrazia7\l\ fatto che nello svolgimento storico e delle torme t&onoilllche apolitiche si sia venuto formando il tipo del funzionario tecnico ha una importanza primordiale. È stata una necessità o una degenerazione, come sostengono i liberisti? Ogni forma di società ha avuto il suo problema dei funzionari, il suo modo di impostare e risolvere il problema, un suo sistema di selezione, un suo «tipo» di funzionario da educare. Ricercare lo svolgimento | di tutti questi elementi è di importanza capitale. In 21 parte questo problema coincide col problema degli intellettuali. Ogni rapporto nuovo di proprietà ha avuto bisogno di un nuovo tipo di funzionario, cioè ogni nuova classe dirigente ha impostato in modo nuovo il proprio problema dei funzionari, ma non ha potuto prescindere, per un certo tempo, dalla tradizione e dagli interessi costituiti, cioè dai gruppi di funzionari già precostituiti al suo avvento. Unità del lavoro manuale e intellettuale come motivo per un indirizzo nuovo nella risoluzione del problema degli intellettuali e dei funzionari. Cfr Quaderno 13 (xxx), pp. 23 a - 24. § (22). Passato e presente. Dal discorso del ministro della guerra Gazzera tenuto in Senato il 19 maggio 1932 (Cfr «Corriere della Sera» del 20 maggio): «Il regime di disciplina del nostro Esercito per virtù del Fascismo appare oggi una norma direttiva che ha valore per tutta la Nazione. Altri Eserciti hanno avuto e tuttora conservano una disciplina formale e rigida. Noi teniamo sempre presente il principio che l’Esercito è fatto per la guerra e che a quella deve prepararsi; la disciplina di pace dev’essere quindi la stessa del tempo di 1