Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/497

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1172 ' QUADERNO 9 (xiv) di partito, prospettiva ricostruita « scientificamente », cioè con serietà scrupolosa, per basare su tutto il passato i fini da raggiungere nell’avvenire e da proporre al popolo come una necessità cui collaborare consapevolmente, ha permesso appunto il fiorire di tanti romanzi ideologici, che sono in realtà la premessa di un movimento politico che si suppone astrattamente necessario, ma per creare il quale in realtà non si fa niente di pratico. È questo un fenomeno molto utile per facilitare le « operazioni » di quelle che spesso si chiamano le « forze occulte » o « irresponsabili », che operano attraverso i « giornali indipendenti», creano «artificialmente» moti d’opinione occasionali, mantenuti in vita fino al raggiungimento di un determinato scopo e poi lasciati illanguidire e morire. Sono appunto «compagnie di ventura» ideologiche, pronte a servire i gruppi plutocratici o d’altra natura, spesso appunto fingendo di lottare contro la plutocrazia. Orga- bis nizzatore tipico | di tali « compagnie » è stato Pippo Naldi3, discepolo anch’egli di Oriani e organizzatore dei giornali di M. Missiroli. Cfr Quaderno 19 (x), pp. 36-39. (108). [2! Orieini del Risorgimento. Alberto Pingaud, autore cu un libro su RàÈtapaMey-presidenè deira Republique Italienne e che sta preparando un altro libro su Le premier Royaume d’Italie (che è già stato pubblicato quasi tutto sparsamente in diversi periodici) è tra quelli che «collocano nel 1814 il punto di partenza e in Lombardia il focolare del movimento politico che ebbe termine nel 1870 con la presa di Roma». Baldo Peroni, che nella «Nuova Antologia» del 16 agosto 1932 passa in rassegna questi scritti ancora sparsi del Pingaud, osserva: «Il nostro Risorgimento - inteso come risveglio politico - comincia quando l’amor di patria cessa di essere una vaga aspirazione sentimentale o un motivo letterario e diventa pensiero consapevole, passione che tende a tradursi in realtà mediante un’azione che si svolge con continuità e non s’arresta dinanzi ai più duri sacrifici. Ora, siffatta trasformazione è già avvenuta nell’ultimo decennio del settecento, e non soltanto in Lombardia ma anche a Napoli, in Piemonte; in quasi tutte le regioni dltalia. I "patrioti” che tra 1*89 e il *96 sono mandati in esilio o salgono il patibolo, hanno cospirato, oltre che per istaurare la repubblica, anche per dare all’Italia indi- pendenza e unità; e negli anni successivi è l’amore dell’indipendenza che ispira e anima l’attività di tutta la classe politica italiana, sia che collabori coi francesi e sia che tenti dei moti insurrezionali allorché appare evidente che Napoleone non vuol concedere la libertà solennemente promessa » *. Il Peroni, in ogni modo, non ritiene che il moto italiano sia da ricercarsi prima del 1789, cioè afferma una dipendenza del Risorgimento dalla Rivoluzione francese, tesi che non è 82 accettata dalla storiografia nazionalistica. Tuttalvia appare vero quanto il Peroni afferma, se si considera il fatto specifico e di importanza decisiva, della formazione di un gruppo politico che si svilupperà fino alla formazione dell’insieme dei partiti che saranno i protagonisti del